Dove vive la spigola
La spigola è un pesce marino che vive nel Mar Mediterraneo e nell’Oceano Atlantico nord orientale, particolarmente nella zona temperata dell’Europa del nord fino al Senegal. È presente anche nel Mar Nero ma non nelle altre zone marine asiatiche del Mar Bianco, del Mar Baltico e del Mar Caspio.
La spigola è una specie che vive prevalentemente nella zona costiera e si adatta bene a diversi ambienti. Non è raro infatti vederla anche nelle zone salmastre delle foci dei fiumi e delle lagune, sia dai fondali sabbiosi che rocciosi. Gli esemplari giovani addirittura prediligono proprio le zone salmastre prima di avventurarsi in mare da adulti. Questa caratteristica, chiamata eurialinità, contraddistingue la spigola e le permette proprio di adattarsi a diverse intensità di salinità dell’acqua.
La spigola vive a basse profondità che raramente possono arrivare al centinaio di metri ma, in inverno, predilige migrare in acque più profonde.
La spigola si nutre prevalentemente sui fondali o nei loro pressi, ma vi si trova esclusivamente per questa funzione. Normalmente nuota e si muove attivamente nell’elemento marino.
Come è fatta una spigola
La spigola mediamente è lunga circa 50 cm ma in alcuni esemplari può arrivare fino ad un metro. Le femmine solo leggermente più grandi dei maschi. La sua forma è abbastanza affusolata ma non molto schiacciata sui lati. Anche la testa ha la forma allungata e la sua fronte dritta è una delle sue caratteristiche.
La bocca è grande e la mandibola è leggermente sporgente. È dotata di due pinne dorsali e una pinna anale, mentre la pinna caudale che la stabilizza termina con una linea quasi dritta.
La superficie della spigola presenta piccole scaglie argentate che possono evidenziare riflessi blu, verdi o dorati.
Presenta una colorazione differente tra la parte inferiore e quella superiore, tipica degli organismi nectonici, che gli permette di mimetizzarsi in modo efficace. La parte inferiore più chiara permette, se vista dal basso, di confondersi con la luminosità della superficie. La parte superiore più scura è adatta a confondersi, se vista dall’alto, con il buio delle profondità.
La vita della spigola
La spigola adulta non vive in banchi ma preferibilmente sola o in coppia e può vivere anche fino a 30 anni. È una specie che non si sposta molto dal suo territorio e difficilmente migra in zone diverse da quello in cui vive. Caccia prevalentemente di notte ed è molto sensibile alle fasi lunari e alla variazione delle maree.
Pare non temere molto la presenza dell’uomo, come testimoniano molti subaquei a cui si avvicinano, a dispetto invece dell’interesse che suscitano nei pescatori.
La spigola si nutre di pesci come i cefali, le anguille e altri piccoli pesci, mentre gli esemplari giovani ci cibano di invertebrati e molluschi. Nel Nord Atlantico l’alimento preferito della spigola è il granchio da sabbia molto diffuso in quella zona.
La riproduzione della spigola
La spigola raggiunge la maturità sessuale dopo i 2/4 anni nelle acque più calde e tra i 4/8 anni in quelle più fredde. Depone le uova una volta all’anno, in inverno nei mari più caldi e in primavera nella zona più nordica, e rimangono galleggianti sulla superficie dell’acqua grazie alla presenza di una minima quantità d’olio. Le uova si schiudono in circa 3 giorni e per i successivi 40 giorni procede lo sviluppo larvale.
Nelle acque particolarmente calde del Mare Adriatico, il periodo riproduttivo della spigola inizia quando la temperatura dell’acqua raggiunge i 14°C
La pesca della spigola
La spigola è una specie pregiata e molto apprezzata per la sua carne saporita e con poche lische. Per questo motivo è molto ricercata dai pescatori, sia da quelli amatoriali con la canna che da quelli subacquei, sia per la pesca commerciale.
Viene pescato con diverse tecniche, da quelle a esca a quella della traina. Nella pesca subacquea, la facilità con cui si riesce ad avvicinare la spigola, favorisce tecniche di pesca più naturali con richiami sonori o aspettando il pesce nella risacca della marea dove ama cacciare.
La delicatezza della sua carne è particolarmente apprezzata anche nelle preparazioni a crudo, quando la spigola è pescata all’amo, quando il mare è pulito, specialmente nella zona lagunare di Venezia.
L’allevamento della spigola
La spigola è un pesce consumato prevalentemente nell’Europa meridionale. Infatti è proprio nel bacino del Mediterraneo che si concentra la maggior parte degli impianti di allevamento della spigola. I maggiori paesi produttori sono tutti affacciati su questo mare e sono Grecia, Turchia, Italia, Spagna, Croazia, Tunisia ed Egitto. In alcuni di questi, la spigola è la specie prevalente di questo settore. Nei paesi del nord Europa, la spigola viene consumata soprattutto nei ristoranti etnici essendo un prodotto considerato esotico.
L’allevamento della spigola viene effettuato tramite acquacoltura, una tecnica che consiste nel circoscrivere una determinata area marina dove far crescere la specie ittica nel contesto più naturale possibile.
Su questo aspetto si differenziano diverse tipologie di impianti, da quelli che si limitano a controllare la crescita della specie che si nutre con le risorse naturali disponibili, a quelli ad alta produttività intensiva. La differenza consiste nella densità dei flussi energetici necessari a mantenere l’equilibrio.
L’acquacoltura estensiva si estende su grandi dimensioni proprio per garantire la necessaria alimentazione, prevalentemente in zone lagunari che ne facilitano la gestione. Questo tipo di allevamento è quello che consente di conservare l’ecosistema e offrire al pesce un ambiente naturale in cui crescere. Soprattutto è il metodo che permette di conservare tutte le qualità naturali ed offrire il prodotto migliore.
Gli impianti intensivi intervengono nel fornire alimenti oltre la disponibilità naturale, permettendo una maggiore densità di popolazione ittica. In questi impianti è necessario intervenire con costanti ricambi d’acqua per mantenere l’acqua sufficientemente filtrata. Il riciclo delle scorie richiede diversi tipi di lavorazione e per questo gli impianti devono essere dotati di apparecchiature sofisticate e controlli costanti. In questo modo però è possibile poter fornire una maggiore quantità di pesce per mantenere un prezzo più competitivo.
Questo concetto, portato ad un livello ancora maggiore di densità di popolazione ittica, viene chiamato iperintensivo. In questi impianti, oltre al costante ricambio d’acqua e alla fornitura costante di alimenti preparati, è necessario dotare le vasche di costanti controlli ambientali quali la temperatura, il pH, l’ossigeno e molti altri fattori.
L’industria ittica moderna, che necessita di quantità sempre maggiori di prodotto, è in grado di riprodurre in poco spazio, i processi biologici dell’ambiente naturale cercando di mantenere il livello della qualità organolettica del prodotto il più alto possibile.